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L'Opera del Duomo
L'Opera del Duomo di Orvieto, o Fabbriceria, è un ente autonomo avente il preciso compito di provvedere alla manutenzione e alla conservazione della Cattedrale e all'amministrazione dei suoi beni, ivi compreso il MODO (Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto). E' il risultato di un percorso storico complesso e graduale, che si concretizza nel passaggio da una semplice e fluida organizzazione di cantiere ad un preciso organismo dotato di personalità giuridica.
Al momento della costruzione della cattedrale, l'Opera coincide, infatti, con il cantiere e non è affatto un "indipendente soggetto di diritti", vista anche la forte influenza del potere laico (Comune) e/o di quello ecclesiastico (Vescovo e Capitolo).
La bivalenza del termine (opera, opus, fabbrica) indica sia i lavori, sia l'organo deputato alla loro direzione e all'amministrazione dei fondi ad essi destinati. Solo nei casi in cui si verifica la separazione di detti fondi a favore di un proprio istituto, che raggiunge una sua autonomia amministrativa, contabile e documentaria, avviene il "salto di qualità" dall'opera-cantiere all'Opera persona giuridica, con un diretto controllo dei lavori e del bilancio, un proprio personale, un proprio archivio.
L'Opera del Duomo di Orvieto ha un'origine ecclesiastica. Nasce infatti sotto l'egida del vescovo Francesco Monaldeschi e con il pieno favore di papa Nicola IV, che pone la prima pietra della catterale nel 1290.
Nel periodo delle origini l'Opera è inscindibile dal cantiere, con cui di fatto si identifica, e assume la fisionomia di un organismo piuttosto semplice amministrato da un rettore ecclesiastico, generalmente un canonico o un converso di un monastero, eletto a vita e denominato operarius. Questi si occupa della direzione tecnica della fabbrica esercitando un controllo costante sull'andamento dei lavori e, contemporaneamente, svolge anche "funzioni economico-finanziarie", raccogliendo e amministrando i lasciti in favore della cattedrale.
L'edificazione della nuova chiesa cattedrale non resta a lungo un impegno esclusivamente ecclesiastico, ma assume ben presto la connotazione di "evento civico", al quale il Comune non rimane estraneo.
Inizialmente il potere laico si limita ad interventi tecnici e di sostegno nei confronti della fabbrica, fornendo personale specializzato (extimatores), ma quando nel 1292 il governo popolare raggiunge la piena maturazione attraverso la nuova magistratura dei Signori Sette Consoli delle Arti, riuscendo così ad attuare un controllo delle strutture politico- burocratico- amministrative della città, si fa sempre più forte l'esigenza di un elemento unificante, simbolo d' identità e coesione cittadina. E' così nel 1295 che il Comune si inserisce nell'organizzazione del cantiere e nella struttura dell'Opera, introducendo degli officiali (soprastanti), aventi compiti amministrativi, limitando ai soli aspetti tecnici le competenze dell'operarius. Il passaggio dal rettore ecclestiastico, eletto a vita, ai soprastanti, nominati a tempo determinato dal comune, segna l'avvio del cambiamento dell'Opera.
Oggi l'Opera del Duomo di Orvieto è un ente privato con propria disciplina giuridica che si configura come organizzazione non a fini di lucro con la qualifica di ONLUS, stato giuridico che l'Opera del Duomo di Orvieto ha acquisito dal 1998.
La sua gestione è affidata ad un Consiglio di Amministrazione, di durata triennale, composto da sette membri, residenti nel comune di Orvieto e professanti la religione cattolica, nominati dal Vescovo (due membri) e dal Ministro dell'Interno, sentito l'Ordinario diocesano (cinque membri).
L'elezione del Presidente avviene nel seno dello stesso Consiglio tramite votazione segreta, cui segue il provvedimento di nomina del Ministro dell'Interno.
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