Inaugurato il "Tesoro della Cattedrale" nella Libreria Albčri
"Un senso di meraviglia invade i visitatori che entrano nel Duomo di Orvieto. Questo nuovo percorso porta all'attenzione pubblica tesori che erano in attesa di essere valorizzati. È una pagina importante non solo per la città, ma per l'intero Paese. Desidero sottolineare la vicinanza tra il Ministero e questa città nel mantenimento dell'immenso patrimonio culturale, che si arricchisce oggi di una nuova finestra aperta". Così l'onorevole Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo ha tenuto a battesimosabato 15 novembre alla presenza del vescovo Benedetto Tuzia e del sindaco Giuseppe Germani, l'inaugurazione del cosiddetto "Tesoro della Cattedrale".
Ovvero, il nuovo allestimento della quattrocentesca Libreria Albèri che dal 2012, ultimati i lavori di restauro, è stata ricollegata ai Palazzi Papali, così da mantenere viva la memoria del fatto che, precocemente e per secoli fino ancora agli anni '90, l'ampia sala di raccordo tra la cattedrale e i palazzi apostolici è stata utilizzata come cappella privata e sacrestia dei vescovi. L'inaugurazione è avvenuta a conclusione dei tre giorni del convegno storico internazionale "Il Corpus Domini. Teologia, antropologia e politica" promosso dall'Opera del Duomo in collaborazione con la Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino.
"Un convegno molto specialistico – ha detto il presidente della Fabbriceria Francesco Venturi –incentrato sui significati storici, religiosi e culturali per il mondo cattolico, correlato al biennio giubilare che si chiuderà ufficialmente domenica 16 novembre. L'allestimento definitivo della Libreria Albèri già usata come passaggio naturale tra la cattedrale e il palazzo vescovile viene ora inserito a tutti gli effetti nel contesto museale. L'Opera non poteva non contribuire all'afflusso alla cattedrale che con il giubileo è stato anche superiore alle aspettative. Per questo sono stati recuperati e trasformati in percorso giubilare i sotterranei del Duomo, che resteranno fruibili anche una volta chiusa la Porta Santa. Ed è stata dotata di nuova illuminazione la Cappella del Corporale, così da rendere leggibili gli affreschi".
Da qui è stata ora rimossa la teca di vetro che custodiva il Reliquiario del Corporale, il tabernacolo d’argento firmato dall’orafo senese Ugolino di Vieri nel 1338 che nei suoi smalti contiene il racconto figurativo più antico della storia del miracolo eucaristico, e collocata al centro della Libreria Albèri, a coronamento delle stanze del Museo, insieme ad alcuni oggetti sacri.
"Da quando sono in questa regione – ha aggiunto Fabio De Chirico, soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria – sono in contatto con tesori inestimabili. Nella basilica di San Francesco di Assisi è conservato il calice realizzato dall'orafo senese Guccio di Mannaia per Papa Niccolò IV, lo stesso che ha dato avvio all'erezione del Duomo di Orvieto. La Libreria Albèri, aperta in concomitanza con la mostra su Luca Signorelli, costituisce uno spazio intermedio tra quello del rito eucaristico e quello del museo, un luogo dal profondo valore umanistico".
A guidare la visita al nuovo allestimento, passando eccezionalmente dal Coro – l'ingresso ufficiale resta quello del Museo – è stata la curatrice del Modo Alessandra Cannistrà. "Oltre al Reliquiario – ha spiegato – la musealizzazione propone anche una selezione di opere del Modo dedicata agli oggetti rituali, tessere importanti della storia della liturgia e fonte materiale per le vicende della Chiesa locale e della città. Queste pregevoli oreficerie sono spesso legate alla memoria dei vescovi orvietani, come il cardinale Girolamo Simoncelli, personaggio cardine della storia religiosa e culturale della città nella seconda metà del Cinquecento, che donò alla cattedrale lo splendido pastorale rinascimentale e il fermaglio di perle che chiudeva le vesti cerimoniali.
Oppure richiamano una storia recente e l’interesse per figure come quella di Bonaventura Cerretti, che prima di diventare cardinale, unico orvietano nel XX secolo, fu il primo delegato apostolico in Australia, proprio cento anni fa nell’anno cruciale della guerra mondiale. Ma si tratta anche di oggetti davvero antichi e di particolari accessori liturgici e devozionali, che la Fabbrica del duomo custodisce da secoli. E' il caso di un manufatto tessile di eccezionale interesse e antichità, oggi incluso nel Tesoro e mostrato per la prima volta dopo il restauro: una fascia di lino, rimasta incompiuta nel ricamo così da lasciar ammirare il disegno preparatorio riferito alla fine del XIII secolo, che fu rinvenuta alla fine dell'Ottocento tra le reliquie di Pietro Parenzo".