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Emilio Greco autore delle porte bronzee del Duomo
Nel 1962 Emilio Greco riceveva da parte dell'Opera del Duomo l'incarico di scolpire le nuove porte per la cattedrale di Orvieto. Nato a Catania nel 1913, era all'epoca un artista già affermato e aveva al suo attivo la partecipazione a numerose mostre in Italia e all'estero e, in catalogo, opere di fama come il Monumento a Pinocchio a Collodi, eseguito nel 1956; era titolare della cattedra di Scultura all'Accademia di Belle Arti di Napoli e avrebbe proseguito la carriera didattica a Roma, a Monaco di Baviera e a Salisburgo. Negli stessi anni dell'attività per la cattedrale orvietana ricevette da Mons. Giovanni Fallani l'incarico per il Monumento a papa Giovanni XXIII destinato alla basilica vaticana. Le sue opere figurano oggi nei principali musei del mondo e, fino all'anno della sua morte, avvenuta a Roma nel 1995, ha ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti internazionali.Dopo l'approvazione dei bozzetti da parte della commissione incaricata, Emilio Greco consegnò, nel 1964, le monumentali ante bronzee fuse presso la "Fonderia d'arte Cav. Renzo Michelucci" di Pistoia, mentre alle armature d'acciaio per l'incardinamento provvedeva la ditta orvietana di Fernando Tenerelli. Delle tre porte, quella centrale era dedicata al soggetto, a lungo studiato dall'artista, delle Opere di Misericordia; le due laterali, a condensare la duplice bellezza, ideale e naturale, della figura angelica. Esse arrivavano in città l'8 agosto del 1964, in tempo perchè papa Paolo VI, in visita pastorale a Orvieto, potesse prenderne visione all'interno della cattedrale, dove erano state depositate, ed esprimerne apprezzamento.
Non per questo se ne concludeva la vicenda critica. La bagarre, violenta e senza esclusione di colpi, si era infatti accesa a livello nazionale fin dal 1963 e contava eccellenti personalità della cultura e dell'arte sia tra le fila degli entusiasti sostenitori sia tra quelle dei più polemici denigratori. La questione essenziale esulava nettamente dal giudizio estetico sull'opera realizzata da Emilio Greco, ma si era in realtà spostata sul piano della conservazione e del rispetto del ciclo storico del monumento: più esattamente si discuteva sul come e quando tale ciclo dovesse considerarsi definitivamente chiuso e completo, tanto da dover escludere innovazioni, aggiunte o interferenze. Anche il percorso burocratico non facilitava l'esito della vicenda, e la connotazione politica ben presto assunta o assegnata ai due fronti opposti costituì una ulteriore, condizionante dilazione. Così, le nuove porte non si aprirono sulla facciata della cattedrale fino al 1970, quando intervenne un decreto ministeriale a sbloccare definitivamente il paradossale impasse. All'alba dell'11 agosto 1970, dopo una veglia di preliminari lavorazioni, le ante bronzee di Emilio Greco furono finalmente incardinate nei fornici trecenteschi.
Fu per il profondo legame stabilitosi che l'artista volle donare alla città di Orvieto la maggiore collezione delle sue opere, perchè venissero stabilmente esposte accanto alla cattedrale per la quale aveva appassionatamente lavorato.